12.9.16

L'educazione sessuale nelle scuole

Si è sempre considerato il sesso come un tabù, e di conseguenza se ne parla molto raramente in ambito scolastico. Ma perché non preparare i giovani ad una situazione tanto naturale quanto pericolosa?

E' risaputo che molti adolescenti, specialmente di sesso maschile, cerchino dei punti di riferimento nella pornografia, e ciò avviene a causa della mancanza di un corso sull'educazione sessuale. D'altronde il cinema a luci rosse è un'iperbole della realtà, perciò sarebbe più corretto introdurre nel programma scolastico una serie di lezioni al fine di preparare le nuove generazioni al mondo del sesso, spiegandone i vantaggi, ma anche i rispettivi rischi e pericoli che potrebbero totalmente cambiare la vita di un individuo, come le malattie veneree.

Tra le varie problematiche nell'inserimento di questa materia, il rifiuto da parte di genitori puritani e tradizionalisti e le risorse finanziarie che andrebbero impiegate per stipendiare un professore specializzato, sono le più importanti su cui soffermarsi. Pertanto, una soluzione ad entrambe le situazioni, potrebbe prevedere una partecipazione facoltativa ai corsi, come per la materia di "Religione", ed assumere insegnanti di Scienze in grado di approfondire ed espandere l'argomento riguardante l'apparato riproduttore e relativi annessi e connessi, come ad esempio il perché sia giusto prendere delle precauzioni non solo nei rapporti completi, ma anche nel sesso orale. 

Molto spesso si crede che i profilattici siano utilizzati specialmente come metodo anticoncezionale, mentre lo scopo principale di questi è la prevenzione delle malattie; perciò, soprattutto nei rapporti omosessuali, l'uso del profilattico viene scartato, e ciò favorisce la trasmissione per via sessuale di alcune patologie, come l'HIV. L'introduzione del corso, aiuterebbe gli studenti a comprendere questo tipo di rischio e aiutarli ad inserirsi in un mondo dove il sesso è presente, senza tenere nascoste determinate situazioni.

E' evidente che i dirigenti degli istituti dovrebbero sistemare i vari permessi burocratici, ma parlando di costi e spazi, i problemi sono facilmente risolvibili. Tant'è che con la presenza dell'educazione sessuale nel programma scolastico, non ne gioverebbero solo gli studenti, ma anche la scuola stessa che offrirebbe un servizio aggiuntivo ai ragazzi.

13.6.16

Colpito e affondato.

L'acqua scorreva veloce lungo la mia pelle. Il mio corpo si rilassava appena sotto al forte getto caldo, e piano piano si calmava. Ancora spaventato, cingevo il mio petto in un abbraccio compassionevole, che a lungo andare mi faceva sentire protetto. Socchiusi le palpebre delicatamente, scorgendo una serie di fotogrammi, intenti a rincorrersi tra i miei pensieri.

19.4.16

Luci Rosse


Arde come fuoco libero. 
Sensazione di paura e desolazione.
La steppa il cui centro è foro.
Di scherno e di passione.



Riposi il libro nello scaffale, quasi indignato dalla maleducazione dei miei compagni. Nessun segno di attenzione, neppure un attimo di silenzio, eppure la mia lettura appagava le orecchie di chi non poteva udire. Le mie labbra, che si muovevano seguendo le parole della stampa, consolavano gli occhi di chi non riusciva a vedere ed i miei timpani udivano la voce di chi dapprima non parlava. 

- Luci rosse! - esclamai - Luci rosse in zona proibita!

Nessuno mi diede ascolto, ancora una volta, ma dentro di me sapevo di poter aiutare quei poveretti. 

Raggiunsi la scrivania a me di fronte, sfilando le forbici a punta tonda dal portamatite dell'infermiere. Mi avvicinai piano a uno dei tre, il Sordo, stringendo il manico in plastica colorata dell'arnese. Senza farmi notare, alle spalle del ragazzo, alzai il braccio, provando una sensazione di misticità legata all'odio che provavo nei confronti di egli. Contai nella testa, solo tre numeri, che in alcune circostanze sarebbero stati abili di fermarmi in tempo, ma lì non c'era nessuno, solo io e lui. Nonostante la velocità, riuscii a visualizzare dettagliatamente la direzione del mio arto destro, mentre godevo alla vista delle lame metalliche penetranti la carne del mio compagno di terapia. Quest'ultimo si girò bruscamente e così potei notare l'orrore stampato nei suoi occhi, in un agglomerato di paura e shock. 

- Luci rosse! - ripetei a denti stretti, sentendo il potere scorrermi tra le vene, fino a raggiungere il cuore. Chiusi gli occhi per assaporarne il gusto. Mi piaceva essere potente, sentire un flusso di energie scorrere nel mio corpo. 

Riaprii le palpebre per godere nuovamente della vista cruenta da me creata, ma non la trovai. La steppa mi circondava, piena di arbusti secchi ed erbacce, che nascondevano malamente attrezzi rudimentali. Il sole caldo e luminoso baciava le mie gote, impedendomi di notare l'avvento di una carovana. Quando mi fu vicina, un ronzio si fece lieve nell'aria, ed il calore aumentò progressivamente. Abbassai lo sguardo, sentendomi incapace di muovere gambe e braccia, in quel momento e luogo legate ad un palo in legno. Qualche ramoscello attizzò ai miei piedi, dando vita ad fuoco nuovo, vivo e libero.

Sentii il tepore sulle palme dei piedi, aspettando solo che si trasformasse in qualcosa di pericoloso e pieno di dolore. 


Arde come fuoco libero. 
Sensazione di paura e desolazione.
La steppa il cui centro è foro.
Di scherno e di passione.


(Tratto da Fuoco Libero, solo su Wattpad)

E' meglio leggere un libro che vedere un film tratto da esso?

Molto spesso sento parlare di libri e cinema, e sfortunatamente mi sto accorgendo che le persone sono sempre più inclini a guardare un film piuttosto che leggere ed assaporare la storia da cui è tratto. Perciò mi sento in dovere di chiedere a me stesso: è meglio leggere un libro che vedere il film tratto da esso?

Secondo un recente sondaggio, cui hanno partecipato settanta ragazzi tra i 15 e i 25 anni, alla domanda "Hai mai letto un libro e in seguito visto l'omonimo film? Cos'hai preferito?" il 65% di essi ha affermato di preferire il primo, mentre solo al 15% è piaciuta maggiormente la versione cinematografica. Nella parte restante, l'8% non ha espresso una preferenza, mentre ben il 12% non si è mai trovato in una situazione simile. Pertanto, nonostante la costante produzione di pellicole e il boom del cinema in costante aumento, i libri sono sempre più apprezzati. 

Poiché la pigrizia ha sempre la meglio, però, molte persone preferiscono impiegare diversamente il loro tempo, guardando un film per un paio d'ore, piuttosto che leggere un buon libro e impiegarci qualche giorno. Sebbene questo risparmio di tempo effettivamente è presente, un film non sarà mai in grado di trasportare lo spettatore o il lettore in una spirale di emozioni che travolgono la persona. Nonostante il diventare adulti, che a lungo andare si lascia alle spalle tutta la fantasia tipica dell'infanzia, grazie ai libri la si può ritrovare. Immaginare un personaggio è ben diverso dal ritrovarselo davanti; i luoghi incantati delle storie di maghi o le inquietanti scene del delitto presentate nei gialli, non riusciranno mai ad essere tanto accurati quanto lo sono nella nostra mente, eppure ci si ostina ancora a preferire la visione di un attore. 

Dati e statistiche a parte, leggere dev'essere qualcosa di piacevole, uno svago, non un obbligo. E' evidente che bisogna prendere il proprio tempo, senza correre, e riuscire ad apprezzare veramente la bellezza nascosta in uno scritto. Perciò è noto che leggere un libro sia meglio che vedere il film tratto da esso.

4.4.16

Urlo al vento

Urlo al vento
travolto,
da sconforto avvolto,
con sentimento incolto
che dentro di me porto.

Questo ardore, che
come fuoco dentro
di me giace,
a lungo andare
logora
e il mio fragile corpo
tace.

Attendo in silenzio,
con mano tremante
che picchietta con violenza
contro le ante
di un armadio,
custode di troppi scheletri
che presto torneranno, tetri.


8.9.15

"E se me ne fossi innamorato?"

"Il suo profumo, i suoi abbracci caldi ed accoglienti, il suo sorriso e la sua S schiacciata, la sua voglia di aiutare e le sue labbra rosee che aspettano solo di essere violate per la prima volta."
David continuava a pensare e ripensare, gli mancava così tanto? Eppure non era poi così tanto tempo che non si vedevano, forse qualche mese, ma d'estate è normale perdersi un po' di vista. Magari David non la pensava così, magari lui voleva solamente pensare a quanto gli fosse mancata in quei giorni caldi. Già, doveva essere così, per forza, non c'era altra soluzione.
"E se me ne fossi innamorato?" pensò, cancellando subito quello che gli era balenato in mente. Lui non era tipo da innamoramenti, non era tipo da relazioni fisse.
- Ammettilo che ti piace - suggerì il suo caro amico mentre lo guardava immergersi nei suoi pensieri.
- Sei pazzo? Mi conosci da troppo tempo per pensare che io sia tipo da cose serie.
- Beh, ma questo non ti vieta di innamorarti.
- Innamorarmi? Io? - rise David - Non sai con chi stai parlando, amico.
- Ma smettila! - continuò Will - Sotto sotto devi pur avere dei sentimenti.
- Senti, ma com'è che siamo finiti a parlare di sentimenti? Non eri tu quello che disapprova ogni legame affettivo?
- Esatto, io li disapprovo, ma non nego che esistano.
David sbuffò, lasciando perdere quelle parole insulse che uscivano da un amico che ormai considerava un fratello. Tornò a pensare a lei, a quello che faceva di solito, alla sua passione per la musica e al suo altruismo, al suo continuo bisogno di abbracci che a David piacevano tanto.

7.9.15

Tra le pagine di un diario.

In data 04 Ottobre” iniziavano sempre così le pagine del suo diario “Oggi sono stato faccia a faccia con la morte, ci ho parlato e ho capito molte cose riguardo alla vita. Non è buffo? La morte che insegna la vita. Forse è proprio per questo che tutto è così strano a questo mondo: le persone, le emozioni, i sogni... o magari sono io ad essere troppo strano per farne parte. Tornando a prima, la morte oggi mi ha parlato due volte. All'inizio non ero in me, ero stato trascinato in un'illusione, guidato dalla mia psicoterapeuta, ma la seconda volta ero pronto a incontrarla, deciso e quasi sicuro di vederla lì, anche se non capivo bene perché. Era accompagnata, entrambe le volte, da due ragazzi abbastanza simili tra loro. Il primo mi somigliava molto, ma era vestito troppo bene per essere me, il secondo era circondato da serpenti e questa cosa mi ha fatto ragionare molto. All'inizio” continuò a scrivere, preso dalle sue stesse parole, era come se la penna nella sua mano lo guidasse nelle cose che inconsciamente avrebbe voluto dire a molte persone, ma era troppo timido per farlo “mi sono spaventato, non sapevo il motivo per cui io e lei eravamo lì, la morte intendo. Ma poi mi sono messo a pensare e d'altronde non è stato così male, azzarderei a dire che mi è quasi piaciuta quella scena, era così dettagliata e ben curata. Sembrava quasi un estratto di una delle tante saghe che mi piacciono molto. Il ragazzo sembrava Harry Potter, ma leggermente più maturo, e tutti quei rettili attorno a lui mi hanno fatto pensare subito al Basilisco. Col senno di poi avrei scattato una fotografia, ma ormai è un po' tardi. La polizia penso vorrà interrogarmi e mamma sarà in pensiero, ma non posso dirle che ora come ora quel cadavere non mi fa né caldo né freddo, mi manderebbe da una terapeuta che imbottisce i pazienti con più farmaci di quelli che già dovrei prendere. Fortunatamente con le pillole nella scatoletta blu riesco a farla franca, sono abbastanza piccole da essere nascoste sotto la lingua e poi sputate nel water, ma con le altre devo usare metodi più 'crudi'.” si sentì bussare e Adam urlò “Un attimo!” verso la porta, poi tornò a scrivere “Ora delle medicine, pausa”.
“Adam, devi prendere le pastiglie, posso entrare?”
Il ragazzo si lanciò alla scrivania, nascondendo il diario nel doppiofondo nel cassetto, poi rispose alla madre, facendola entrare nella stanza.
“Allora, queste due per la depressione.” disse la madre appoggiandosi al letto e passando due pillole al ragazzo “Quest'altra per il sonno.” passò un'altra pastiglia al figlio, poi aprì una scatoletta blu “E questa per il bipolarismo.” finì passando, insieme alla pillolina, un bicchiere pieno d'acqua ad Adam.
Dopo un paio di secondi e qualche sorso d'acqua la madre del ragazzo riprese a parlare, prendendo di nuovo in mano il bicchiere ormai mezzo vuoto “Apri la bocca.”
Adam eseguì, tenendo la pillolina ben schiacciata sotto alla lingua.
“Perfetto, ora riposati” suggerì Eva, la donna, uscendo dalla camera di suo figlio e tornando in cucina con uno sguardo stanco e poco lucido.

Il ragazzo, a passo felpato per non farsi sentire, raggiunse il bagno e ci si chiuse dentro, fece partire la musica sul suo cellulare e si accovacciò davanti alla tazza del water, sputò la piccola pastiglia e poi allungò le dita fino in fondo alla gola, rigettando la cena e tutte le altre pillole ingerite poco prima.

6.5.15

Ansia e incertezza

Sono qui che aspetto, seduto sul divano all'entrata del luogo dell'appuntamento. "Ma dove sarà?!" penso, mentre guardo distrattamente l'orologio appeso alla parete. Mi mordo il labbro, un po' nervoso per il mio primo incarico, stringo forte e quasi sento quel sapore ferroso, il sangue. Smetto di mordere, avvertendo ancora piccole fitte di dolore. Inizio a tamburellarmi la gamba destra, accavallata sull'altra, con le dita e noto che un'auto bianca sta sostando da qualche minuto davanti all'entrata. "E' qui? Mi sta aspettando?" penso fissando i finestrini che riflettono la luce del sole. Fa caldo, la primavera è già bella che inoltrata e il grande ciliegio giace nel centro dell'aiuola lì fuori. La portiera si apre e lei scende dalla macchina, facendo tornare il mio sguardo verso il veicolo. Dei brividi di freddo mi pervadono il corpo e un vuoto alla pancia mi fa ricordare che sono nervoso, impaurito. La ragazza alta e bionda attraversa l'atrio e io, un po' impacciato, mi alzo in piedi, allungando una mano per stringerla alla sua.
"Lei dev'essere Mike, giusto?"
"Sì, sono io"
"E' molto che aspetta? Scusi il ritardo"
"No, non si preoccupi"
La cravatta mi stringe il collo e quasi quasi non respiro, mentre la giacca mi fa sudare, ma non voglio toglierla. Quando la ragazza mi propone di avviarci acconsento con un cenno e la faccio passare avanti. Arriviamo davanti al bar dell'hotel dove alloggio da qualche giorno, in attesa di questo appuntamento, e quando ci accomodiamo ad un tavolo, ordiniamo due caffè e lei inizia a parlare della ragione per cui ci troviamo lì.
"Allora, a me servirebbe un pizzico di novità per il mio nuovo locale e ho sentito che lei è il migliore di queste parti nel settore"
Arrossisco e faccio un altro cenno, facendole capire di proseguire,
"Non ho in mente un'idea o uno spunto, pensavo di lasciarla libera di inventare ciò che vuole"
"Ne è sicura?"
"Sì, certo. Però dobbiamo comunque parlare di spese"
Accidenti, la matematica non è il mio forte, Mentre la ragazza parla io inizio a pensare a idee nuove e originali per il locale.
"Pensava di creare qualcosa di interattivo oppure ornamentale?"
"Pensavo di creare qualcosa che faccia divertire le persone, ma al tempo stesso le faccia rimanere estasiate dalla sua bellezza"
"Va bene, e il budget?"
"Giusto," continua lei, sempre attiva ed espansiva, mai in imbarazzo, al contrario di me "pensavo di proporle un budget di spesa, in modo che lei non ci rimetterà niente, più un compenso a lavoro ultimato"
"Va bene, però potrebbe darmi subito una cifra? Altrimenti non posso elaborare un'idea" insisto un po' titubante.
"Che ne pensa di 800 dollari? Le potrebbero bastare per creare un progetto?"
"Sì dovrebbero"
"Facciamo così, lei parta da un budget di 800 dollari, rielabori qualche idea e faccia qualche schizzo. Il prossimo sabato ci vediamo di nuovo e mi propone quello a cui ha pensato, al limite riparleremo della spesa" concluse ringraziando la cameriera, appena arrivata con i caffè.
"D'accordo" risposi pagando i due caffè direttamente alla ragazza con il grembiule.
"Ora devo scappare, ci sentiamo" la bionda prese la borsa e scappò via con l'americano ancora bollente in mano,

20.4.15

Il Dono

La corsa fu lunga e calorosa, ma riuscii a raggiungere la casa di Willow. Jade era già lì, e accanto a lei sul divano sedeva un ragazzo mai visto prima.
"Ciao, lui è Anthon, un mio amico" tra un risolino irritante e l'altro, Willow finì la frase.
"Ciao"
"Ah, Chris... William è passato di qua, sapeva che saresti arrivato" mi irrigidii di colpo "e ha lasciato questo" Jade mi porse un piccolo pacchettino, foderato di carta color crema e chiuso con un nastro verde smeraldo. Una volta aperto scoprii una scatolina di velluto blu scuro, accompagnata da un biglietto scritto frettolosamente, riconobbi subito la scrittura:

Chris, se stai leggendo non hai ancora cestinato il mio regalo, ma è meglio così, te lo assicuro. Per me è importante che lo abbia tu, altrimenti quando succederà i miei lo chiuderanno nella cripta di famiglia. Portalo sempre con te, mi raccomando.
William                             

Aprii la scatola e vi trovai una catenella di un colore puro come l'argento, da cui ciondolava una piccola pietra verde, quasi intensa come i suoi occhi. La rimirai per parecchio tempo, fino a quando la voce di Willow, roca e odiosa come sempre, con il suo ciuffo corvino e l'aria da zombie, mi riportò alla realtà.
"Hellen? Tra quanto arriva?" la domanda uscì dalla bocca carnosa e rosea di Anthon, mentre io pensavo ancora alla pietra nelle mie mani, intensa e luminosa.
"Sempre ad Hellen pensi, eh?" chiese maliziosamente la ragazza dai capelli corvini.
Anthon si fece paonazzo "Smettila" sbuffò.

Quando succederà... lo chiuderanno nella cripta di famiglia... Portalo sempre...

Cosa significava? Oh, William, avevi scelto il momento peggiore per farmi andare più in palla di quanto già non fossi.


(Tratto da Wicca, solo su Wattpad)