6.5.15

Ansia e incertezza

Sono qui che aspetto, seduto sul divano all'entrata del luogo dell'appuntamento. "Ma dove sarà?!" penso, mentre guardo distrattamente l'orologio appeso alla parete. Mi mordo il labbro, un po' nervoso per il mio primo incarico, stringo forte e quasi sento quel sapore ferroso, il sangue. Smetto di mordere, avvertendo ancora piccole fitte di dolore. Inizio a tamburellarmi la gamba destra, accavallata sull'altra, con le dita e noto che un'auto bianca sta sostando da qualche minuto davanti all'entrata. "E' qui? Mi sta aspettando?" penso fissando i finestrini che riflettono la luce del sole. Fa caldo, la primavera è già bella che inoltrata e il grande ciliegio giace nel centro dell'aiuola lì fuori. La portiera si apre e lei scende dalla macchina, facendo tornare il mio sguardo verso il veicolo. Dei brividi di freddo mi pervadono il corpo e un vuoto alla pancia mi fa ricordare che sono nervoso, impaurito. La ragazza alta e bionda attraversa l'atrio e io, un po' impacciato, mi alzo in piedi, allungando una mano per stringerla alla sua.
"Lei dev'essere Mike, giusto?"
"Sì, sono io"
"E' molto che aspetta? Scusi il ritardo"
"No, non si preoccupi"
La cravatta mi stringe il collo e quasi quasi non respiro, mentre la giacca mi fa sudare, ma non voglio toglierla. Quando la ragazza mi propone di avviarci acconsento con un cenno e la faccio passare avanti. Arriviamo davanti al bar dell'hotel dove alloggio da qualche giorno, in attesa di questo appuntamento, e quando ci accomodiamo ad un tavolo, ordiniamo due caffè e lei inizia a parlare della ragione per cui ci troviamo lì.
"Allora, a me servirebbe un pizzico di novità per il mio nuovo locale e ho sentito che lei è il migliore di queste parti nel settore"
Arrossisco e faccio un altro cenno, facendole capire di proseguire,
"Non ho in mente un'idea o uno spunto, pensavo di lasciarla libera di inventare ciò che vuole"
"Ne è sicura?"
"Sì, certo. Però dobbiamo comunque parlare di spese"
Accidenti, la matematica non è il mio forte, Mentre la ragazza parla io inizio a pensare a idee nuove e originali per il locale.
"Pensava di creare qualcosa di interattivo oppure ornamentale?"
"Pensavo di creare qualcosa che faccia divertire le persone, ma al tempo stesso le faccia rimanere estasiate dalla sua bellezza"
"Va bene, e il budget?"
"Giusto," continua lei, sempre attiva ed espansiva, mai in imbarazzo, al contrario di me "pensavo di proporle un budget di spesa, in modo che lei non ci rimetterà niente, più un compenso a lavoro ultimato"
"Va bene, però potrebbe darmi subito una cifra? Altrimenti non posso elaborare un'idea" insisto un po' titubante.
"Che ne pensa di 800 dollari? Le potrebbero bastare per creare un progetto?"
"Sì dovrebbero"
"Facciamo così, lei parta da un budget di 800 dollari, rielabori qualche idea e faccia qualche schizzo. Il prossimo sabato ci vediamo di nuovo e mi propone quello a cui ha pensato, al limite riparleremo della spesa" concluse ringraziando la cameriera, appena arrivata con i caffè.
"D'accordo" risposi pagando i due caffè direttamente alla ragazza con il grembiule.
"Ora devo scappare, ci sentiamo" la bionda prese la borsa e scappò via con l'americano ancora bollente in mano,

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